By Melkio
Ciò che sembra
non è ciò che
potrebbe diventare
Da un’idea di Eleonora D’Urso è nata la Pedagogia della Comicità®.
CHI SONO
Il Piacere
di fare
ciò che si è
Mi occupo di Teatro da quando avevo 15 anni e, da allora, il Teatro è la mia casa, il mio Altrove possibilizzante, il luogo in cui poter declinare la parola speranza, il tempo e lo spazio in cui hanno trovato risposta le mie inquietudini di adolescente. Ho sempre voluto fare l’attrice perché ho sempre voluto vivere altre vite che non fossero la mia.
Nel 2004 ho scoperto il potere della comicità. E l’ho scoperto sulla mia pelle. Io mi sono trovata a fare comicità, ad agirla in prima persona, e questo è un punto sul quale ho riflettuto tantissimo. Io mi sono trovata sul palco davanti a migliaia di persone, per anni, a far ridere. E ancora non ho smesso di farlo.
Da anni lavoro sulla ricerca e la condivisione del comico interiore. Esiste. In ognuno di noi. Ne sono certa! Ho le prove!! Questo buffo Homo Sapiens Sapiens è anche un meraviglioso Homo Ridens.
Ciò che letteralmente mi investe tutte le volte che lavoro sulla comicità, come pedagogista / pedagogista clinico / psicologa / formatrice, è una forza dirompente: la risata della gente. Quella risata mi fa star bene, e soprattutto fa star bene chi ride con me.
Questo è uno dei punti principali sul quale ho ragionato per costruire la professionista che oggi sono. E l’ambito delle neuroscienze sta confermando quanto ho sempre sostenuto, poichè oggi si sta dimostrando il potere affiliativo della risata condivisa e i benefici che questa pratica relazionale ha sul nostro cervello e quindi sulla nostra salute!
Posso semplificare il lavoro che oggi svolgo dicendo che grazie ad attività e strumenti da me ideati, e mettendo al centro la Comicità come pratica relazionale, io porto le persone a trasformare le relazioni disfunzionali, stressogene e patologiche in relazioni positive. Come? Facendoli ridere! Singoli, coppie, interi nuclei familiari, gruppi! Lavoro molto con i minori, dai 6 anni in su!
1
Il gioco del teatro comico ti permette di calarti in vite che non sono la tua, di vivere spazi e tempi che non sono i tuoi, e di farlo divertendoti.
2
La comicità agita in prima persona è un’esperienza arricchente, profonda e fortemente formativa che mette in luce il tuo comico interiore e ti permette di vedere la vita da un punto di vista nuovo, diverso, sorprendente e inaspettato.
3
Far ridere gli altri, essere quindi un innesco comico, è un potentissimo strumento inclusivo che favorisce le dinamiche relazionali e gruppali.
Il mio interrogarmi su questi tre punti, mi ha portato ad ideare una metodologia e a dare un fondamento scientifico a ciò che da 20 anni faccio quotidianamente: agire con gli altri e su gli altri per portare alla luce il comico interiore che c’è in ognuno di noi e grazie a lui scoprire un nuovo modo di stare in relazione con se stessi e con gli altri!
Di tale metodologia ho sviluppato
1.
Il piano prassico, strutturando sequenze specifiche di esercizi adattabili ai diversi contesti di intervento, ideando carte didattiche e individuando strumenti che uso quotidianamente, in primis i Puppet, il tutto in nome del pensiero divergente e del paradigma comico.
2.
Il piano teorico, agganciandomi a teorie preesistenti che fanno riferimento ai più recenti studi sulla risata come strumento affiliativo, di aggregazione sociale e di benessere, e alla psicologia positiva. Con particolare attenzione alle ultime scoperte fatte nell’ambito delle neuroscienze.
Creando una costante circolarità tra teoria e prassi.
Oggi sono una psicologa, pedagogista clinico, formatrice aziendale e docente di Pedagogia della Comicità® . A breve inizierò il mio percorso di studi per diventare psicoterapeuta e molti sono i progetti che ho in essere… potrei essere più felice?
Pedagogia della Comicità®
Cos’è la Pedagogia
della Comicità®?
Ho ideato una professione che mutua le tecniche dal teatro comico professionale e ne fa tecniche di prevenzione e intervento sociale.
Una professione di cura! A tutti gli effetti! Certo ancora poco praticata, ma conto di condividerla con il maggior numero di persone è possibile, ovvero con tutti quei professionisti della cura che sappiano individuare in questa mia metodologia un modo sorprendente e spiazzante di concepire il lavoro educativo, ri-educativo, di presa in carico, di sostegno, ascolto, accompagnamento.
Il mio lavoro con i minori delle CEAS e con il mondo della Giustizia Minorile, mi spinge ad avere un’attenzione particolare per i bisogni dei minori.
Il mio percorso di formazione in Mediazione Sistemico Familiare, mi porta a mettere l’accento sulla coppia e sulla co-genitorialità.
Ma il mio lavoro si concretizza ogni giorno in ambiti e contesti sempre nuovi, che sono tutti gli ambiti in cui esiste una richiesta di aiuto, ascolto e sostegno.
Oggi lavoro nelle carceri, nelle aziende, a scuola come responsabile sportello di ascolto, con realtà legate ai gruppi di auto mutuo aiuto, e nei miei studi privati.
Tutto ciò che faccio utilizza due concetti chiave che ho messo alla base della mia metodologia:
Il Paradigma Comico
1
Il Pensiero divergente
2
IMPROV
Termine inglese che indica l’improvvisazione.
Creatività e invenzione allo stato puro.
Intervento
Le attività
alla base dell’intervento
Una prima idea di ciò che potremo fare insieme
Divergent
Thinking
exercise
Esercizi che utilizzano come riferimento
i concetti che sono alla base del pensiero divergente
Role Playing
Attività di gioco di ruolo
The King
and The Fool
Lavoro sulla relazione dialogica
tra Clown Bianco e Clown Rosso
Speaking
out loud
Tipologia di esercizi che richiede di
esplicitare ad alta voce il pensiero
senza giudizio, senza pause, e in un
timing predefinito
Stand-up
Comedy
Tipologia di rappresentazione teatrale monologante in cui l’interprete, partendo dai propri vissuti, mette in atto una azione di critica sociale e di denuncia ma in chiave comico-grottesca
IF I WERE
Riprende il gioco del Se io fossi,
declinandolo secondo il paradigma comico
Affinché tale intervento risulti valido, efficace e pertinente, è necessario che io abbia la possibilità di calarmi nel contesto in cui agirò. Solo dopo aver effettuato una attenta analisi dei bisogni del soggetto/soggetti da prendere in carico, e solo dopo aver definito in modo puntuale gli obiettivi dell’intervento (generali, specifici, operativi) sarà possibile percorrere una nuova strada, insieme. La Pedagogia della Comicità®, nel suo farsi azione di cura, si lega fortemente alla dimensione prassica della ricerca azione a dominanza esistenziale promossa da René Barbier e alle sue nozioni chiave di riferimento.
Centrale è la co-costruzione, assieme ai soggetti oggetto dell’intervento, delle attività proposte, in nome di una relazione umana che affonda le radici in un ascolto autentico e profondo.
Al momento sto dando vita alla PsiComicità®, un approccio psicologico incentrato sull’utilizzo della Comicità come pratica relazionale per trasformare le relazioni stressogene, patologiche e disfunzionali in relazioni positive! Ed ho già implementato con successo in importanti aziende il programma S.M.I.L.E. Stress Management In Leisure Education®, un pacchetto di ore di formazione finalizzato alla prevenzione e alla gestione dello Stress Lavoro Correlato e al rischio di Burn-out.
Non solo ai singoli soggetti, i miei interventi si rivolgono anche a coppie, famiglie, ragazz*, neo-mamme, gruppi, aziende, scuole…
Ho lavorato molto con le aziende, per Sessioni di Team Building.
Sto concretizzando progetti con Istituti Penitenziari Minorili e Case Circondariali in diverse città d’Italia.
Le mie collaborazioni spesso coinvolgono l’area penale interna ed esterna in collaborazione con i Centri di Giustizia Minorile (CGM) e l’Ufficio di Servizio Sociale per Minori (USSM).
Dal 2019 lavoro con minori provenienti da Comunità residenziali (CEAS).
A Genova ho 2 studi, uno in via Cesarea e l’altro in Corso Torino, ne ho una anche a Chiavari, ma ovviamente utilizzo anche la modalità online. Alcune sessioni le svolgo in teatro, su di un palcoscenico vero in un teatro vero.
La prima consulenza è gratuita!
I progetti
Ecco alcuni dei progetti che sto realizzando…
Cliccaci su per saperne un po’ di più e se vuoi realizzarli con me… contattami!
La condivisione gruppale diventa esperienza arricchente in quanto momento di confronto e di osservazione dell'altro.
Condividere ridendo significa comprendere che il sentirsi in alcuni momenti inadatti o semplicemente non pronti, così come terribilmente stanchi, è comune a tutti coloro che vivono sia l'essere neo-genitori che genitori più esperti.
La pedagogia della comicità si fa, in questo contesto, risorsa e strategia per affrontare le sfide che i ruoli di genitore e di coppia co-genitoriale richiedono di affrontare, tutti i giorni.
Brevi sessioni di Role Playing - gioco di ruolo - accompagneranno i partecipanti in un viaggio a ritroso nel tempo, per ricordare, non solo con la mente, ma anche con il corpo e con la voce, che prima di essere adulti siamo stati bambini, e quindi capricciosi, un po' folli, creativi,
iperattivi, curiosi, pasticcioni, testardi...
Il progetto si pone come nuovo e alternativo strumento di ri-educazione, sostegno e accompagnamento nei confronti di quei minori che si trovino in evidente stato di fragilità (CEAS; Centri Diurni; IPM – messa alla prova).
La Metodologia alla base dell’intervento, la Pedagogia della Comicità®, grazie all’utilizzo del pensiero divergente, produce un effetto di spiazzamento nei beneficiari diretti che si fa coinvolgimento.
Veicolare il valore della Storia e della Memoria, qui intesi come termini fortemente polisemici, attraverso il gioco comico e la risata condivisa, permette una acquisizione dei saperi che è esperienziale e non nozionistica.
Tra i fattori di rischio di atteggiamenti devianti, antisociali e a-sociali di molti minori, c’è la mancanza di un senso di appartenenza alla propria comunità̀.
Storia e Memoria sono generatrici del senso di appartenenza.
Obiettivo generale del progetto è quello di fornire ai beneficiari diretti gli strumenti necessari per comprendere i valori di cui i concetti di Memoria e Storia si fanno portatori.
Questo progetto ha come obiettivo la realizzazione di incontri laboratoriali rivolti ai detenuti accolti dagli Istituti Penitenziari italiani e vuole essere un modo per supportare i beneficiari nell’acquisire competenze trasversali, in primis una competenza sociale, che consenta loro di guardare a sé come esseri-in-possibilità, come persone, soggetti futuribili, e soprattutto come potenziali agenti del proprio cambiamento.
Il lavoro su di sé e sulla relazione con sé e con l’altro da sé che la Pedagogia della Comicità® permette di fare ai soggetti coinvolti nell’intervento, è un lavoro molto profondo che permette di andare al di là dello Stigma, al di là di ciò che è stato fatto.
Il progetto si pone come obiettivo quello di essere parte attiva nel processo di ri-educazione dei beneficiari.
Ri-educazione non come negazione del passato ma come slancio intenzionale sul futuro.
Ri-educazione come moltiplicatore del fare esperienziale per acquisire una nuova visione del mondo e dei suoi significati.
Ri-educazione come adattamento/inserimento partecipato, critico e produttivo di senso nel tessuto sociale, condiviso, comunitario.
Ri-educazione come insieme di agiti per apprendere competenze spendibili in ambito sociale, relazionale, lavorativo.
Il progetto si pone come obiettivo generale quello di rappresentare un ulteriore momento di accompagnamento e sostegno a tutti coloro che stiano compiendo un percorso all’interno dei Gruppi di Auto Mutuo Aiuto.
Sul piano dell’intervento, la Metodologia proposta dalla Pedagogia della Comicità®, contribuisce a far acquisire ai soggetti coinvolti competenze in termini di strategie di coping incentrate sulla valutazione, sul problema e sulle emozioni.
Se il futuro, in quanto minaccia e non promessa, non agisce da motivazione ma da de-motivazione, si vive in un assoluto presente, dal quale si percepisce non esserci via di uscita.
La de-motivazione si fa anticamera della depressione.
Mancanza di scopo; mancanza di risposta ai perché; svalutazione dei valori. Queste tre proposizioni diventano ostacoli insormontabili, che richiedono lo sviluppo di nuove strategie adattive.
Bisogna allora ri-educarsi ad avere uno scopo, ovvero, a guardare avendo nella traiettoria un bersaglio, un obiettivo.
Non importa quanto grande, ma è sufficiente che esso ci sia per stimolare un moto di luogo, un andare verso, per uscire dal proprio assoluto presente e ri-declinarsi al futuro.
L’utilizzo in ambito scolastico della Pedagogia della Comicità® permette di lavorare sull’inclusione; sulla nascita e la risoluzione del conflitto; sul senso di appartenenza al gruppo classe; sulla relazione con i pari e sulle dinamiche in-group versus out- group.
La Pedagogia della Comicità® ha tra i suoi principali strumenti di lavoro l’inter-comicità.
L’inter-comicità, partendo dalla relazione tra Clown Bianco e Clown Rosso, focalizza l’attenzione sulla relazione dialogica tra le differenze.
Non c’è gag se non c’è differenza in dialogo. Non c’è innesco comico se non c’è ascolto.
Proporre l’inter-comicità a scuola significa porre l’attenzione sul valore delle differenze e sul concetto di inclusione come postura interiore, attitudine, conseguenza di un ascolto attivo e partecipato.
Per includere bisogna non solo saper ascoltare ma anche saper dialogare.
Il lavoro qui proposto vuole avere come obiettivo generale quello di fornire, attraverso l’uso della Metodologia promossa dalla Pedagogia della Comicità®, competenze di gestione dello stress dovuto alla presa in carico di soggetti fragili, difficili, problematici.
Il tema della costruzione degli interventi richiede agli operatori e alle équipe di domandarsi se ciò che si progetta lo si faccia per o con. Prima ancora è necessario interrogarsi sul piano temporale di queste due posture interiori e sulla declinazione tanto del per quanto del con.
Gestire l’emergenza, l’inaspettato, l’imprevisto spesso può significare, nella dinamica relazionale, bloccare l’altro nel contro-tempo, spiazzarlo.
Stupire e stupirsi, sorprendendo e sorprendendosi necessita di un allenamento al possibile, all’immaginifico e, prima ancora, all’impossibile, allenamento che diventa fattivo grazie all’uso del pensiero divergente.
Altre informazioni e nozioni chiave
- La Pedagogia della Comicità® è stata ideata da Eleonora D’Urso, Pedagogista, Pedagogista clinico, Pedagogista comico, Educatore socio-pedagogico professionale, Operatore Pedagogico teatrale, Formatore Senior, Attrice, Regista, autrice teatrale.
- La Pedagogia della Comicità® si ancora, sul piano prassico, ad una metodologia che mutua dal teatro comico professionale alcune delle tecniche utilizzate.
- Tali tecniche sono messe in atto dal pedagogista comico per compiere azoni di cura e di intervento sociale.
- Attraverso l’uso del Paradigma Comico, posto alla base della Metodologia della Pedagogia della Comicità, e del Divergent Thinking, i soggetti oggetto dell’intervento di cura acquisiscono gli strumenti per ri-narrare il proprio vissuto e costruire nuovi orizzonti di senso e significato.
- La messa in atto di strategie di coping permette ai beneficiari di tale Metodologia di agire il cambiamento nel presente per immaginarsi migliori nel futuro.
- Solo l’uomo che con tutto il suo essere, nell’arco della sua intera vita, attua le relazioni a lui possibili, ci aiuta a conoscere veramente e a fondo chi è quell’uomo.
- La relazione comica è una di queste relazioni possibili. Essa, nella sua unicità, disvela ciò che è invisibile nella sempre più dolorosa disumanizzazione del tempo presente. Intersoggettività è ascolto
- Se, come sostiene Buber, l’Io esiste solo mediante la relazione con il Tu, allora la relazione comica che sussiste tra la coppia Clown Rosso e Clown Bianco ne è la prova.
- Il rapporto tra Clown Rosso e Clown Bianco può essere visto come un contenitore di umanità, uno schema di co-esistenza, lì dove l’uno non può esistere se non in relazione all’altro, lì dove non si ride se l’uno non è in ascolto dell’altro.
- Elemento imprescindibile per l’attuazione degli interventi basati sulla Pedagogia della Comicità® è l’utilizzo di un setting ad hoc.
- Il setting utilizzato dalla Pedagogia della Comicità® è il palcoscenico.
- Palcoscenico come spazio di interpretazione (dei vissuti, delle relazioni, delle emozioni), moltiplicatore di segni, simboli, significati. Spazio che è sinonimo di Altrove; di immaginazione; di ascolto bi-direzionato.
- Il palcoscenico è qui da intendersi come luogo ri-creativo.
- Il ridere è una chiave che apre molte porte, un mantello magico, uno scudo, un super potere.
- Per ridere di ciò che siamo dobbiamo vederci.
- Se non riusciamo a vederci, il ridere-con-l’altro farà sì che, grazie ad uno specchio deformante posto sul piano dell’intersoggettività, si intraveda quella parte di noi che stentiamo a riconoscere come nostra, perché non la vogliamo, perché non ci piace.
- Allora prima ne rideremo con, protetti da una dinamica relazionale che rafforza e vivifica l’Io comico nel Tu comico, e poi ne rideremo da soli, accettando noi stessi poiché accettati, comprendendo meglio noi stessi poiché compresi, amando noi stessi poiché amati.
- Qualora nei luoghi di intervento non ci fosse la possibilità di utilizzare un teatro vero, è possibile tracciare, come parte stessa dell’intervento, i perimetri di uno spazio che diventa palcoscenico. Lo si può fare utilizzando del nastro carta, delimitando quindi concretamente gli spazi di azione.
- È possibile definire il palcoscenico anche attraverso un semplice esercizio di immaginazione condiviso con i beneficiari dell’intervento, per ideare, assieme, il proprio setting.
- La creazione dello spazio scenico va considerata parte integrante dell’azione di cura e considerata un importante momento di condivisione e di avvicinamento nei confronti dei soggetti presi in carico.
- Si ride a crepapelle nell’esperire un gioco comico che per funzionare necessita che l’altro sia qualcuno per qualcuno nella bellezza della sua irripetibilità, e l’accettazione di sé diventa una conseguenza quasi spontanea dell’essere accettati dall’altro.
- Il gioco comico è un gioco creativo e libero. Si gioca nella libertà del rispetto delle regole.
- Quello che apparentemente può sembrare intrattenimento fine a sè stesso diventa invece strumento educante, metodologia pedagogica, prassi capace di conferire significato.
- La relazione comica diventa intercomicità.
- La comicità educante diventa Pedagogia della Comicità.
- Imprevisto, rottura, inciampo ed errore vanno declinati come opportunità di trasformazione, di cambiamento
- Acquisire una facoltà umoristica equivale ad acquisire una facoltà cognitiva. Va quindi affinata la capacità di percepire umoristicamente il mondo e le cose che di esso fanno parte.
- È necessario imparare a cogliere l’invisibile come allenamento al possibile.
- Si può imparare ad agire l’immaginazione come potere interpretativo.
- Il gioco del «Facciamo che io sono…» permette di ri-scoprirsi diversi per ri- costruirsi migliori.
- Il linguaggio della Stand-Up Comedy, al limite del dicibile e politicamente scorretto, riesce a far crollare molte barriere espressive.
- Nei giochi di parole e nel tutto è lecito posto alla base del codice comunicativo della Stand-Up Comedy si nasconde la possibilità di dire tutto e di dirlo anche male.
- Indossare i panni di un mattatore, con in mano un microfono, dall’alto di un palcoscenico, giocando ad essere altro da sé, permette di raccontarsi, di condividere storie, pensieri, desideri, senza temere il giudizio degli spettatori.
- Essere autentici grazie ad un gioco di finzione: un paradosso questo, un ossimoro quasi. Questo è uno dei fondamenti ontologici dell’essere comico, essere così finti da divenire finalmente autentici.
- La Pedagogia della Comicità® utilizza la Stand-Up comedy come strumento prezioso di lavoro sia nelle sessioni di One-To-One con i soggetti presi in carico, che nelle dinamiche di lavoro gruppale.
- Il lavoro di scrittura-comica-creativa si lega al lavoro sulla Stand-Up Comedy, facendo del paradosso e del Pensiero divergente inneschi drammaturgici.
• Stare nel tempo comico è una condizione necessaria per la riuscita della gag, per l’innesco della risata, per la co-costruzione della relazione comica. La Pedagogia della Comicità®, nel mutuare le tecniche interpretative dal teatro comico professionale, pone il timing comico come strumento di lavoro alla base della maggior parte delle attività proposte dal pedagogista comico durante gli interventi.
• Sul piano operativo l’uso di un cronometro è prezioso. Il pedagogista comico è chiamato a tenere il tempo.
• Il rispetto del timing diviene un esercizio metodologico fortemente formativo e rieducativo, poiché rimanda al rispetto di una regola che, se non tenuta in considerazione, può inficiare l’intervento stesso.
• La maggior parte delle attività che definiscono metodo e metodologia della Pedagogia della Comicità® richiedono di essere svolte in uno specifico lasso di tempo.
• Minuti e secondi scandiscono il lavoro del pedagogista comico, lo precisano, ed è attraverso la gestione del tempo che egli orienta il proprio intervento in termini di tipologia di attività proposte e di definizione di obiettivi.
I laboratori
Al momento conduco diversi laboratori presso il Teatro di cui sono direttrice artistica.
Per adulti, adolescenti e preadolescenti!
Ovviamente, tutto nel segno della risata condivisa… e non solo!
Potete trovare qui tutte le info
LO SPETTACOLO
HOMO RIDENS. Esperimenti di Pedagogia della Comicità®.
Uno spettacolo fatto non solo PER il pubblico, ma CON il pubblico.
Il pubblico, replica dopo replica, sale sul palco e da me si lascia guidare, in un gioco delle parti tanto esilarante quanto formativo, per ri-scoprirsi diversi e ri-trovarsi migliori… grazie al potere esorcizzante ed arricchente della risata condivisa.
Contattami!
Eleonora D’Urso: Pedagogista; Pedagogista clinico; Psicologo in formazione; Dott.ssa in psicologia comportamentale e cognitiva applicata; Mediatore familiare in formazione; Formatrice aziendale senior; Operatore Pedagogico Teatrale; Attrice; Regista; Autrice teatrale.
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